domenica 26 giugno 2011

Riflessioni sulla Commissione Personale

Facendone parte ormai da due anni credo sia venuta l'ora di tirarne un po' le somme.
Ad incominciare dal considerare lo scontento dei nostri rappresentanti del Personale nei confronti della qualità del colloquio che l'Amministrazione e il Rettore (o vicario) instaurano con loro durante questo importante momento ufficiale.
Mi esimo dal citarvi anche solo parzialmente le accuse e gli insulti che sono volati proprio un paio di giorni fa, e che non promettono nulla di buono per l'avvenire delle relazioni interne al CDA tra le varie parti accademico/istituzionali.
Tralasciando quindi questo scorcio di trivialità che vi lascio solo immaginare vorrei concentrarmi soprattutto su una figura che ha dominato buona parte degli argomenti all'ordine del giorno di queste Commissioni:
La richiesta di proroga o assunzione di un dipendente finanziato da fondi esterni.
Distinguiamo nell'ambito di questa specificazione due macro categorie:
I ricercatori
Il personale amministrativo o tecnico
Per quanto riguarda i ricercatori, discorso tornato alla ribalta per effetto della nuova legge sull'Università che impone la stipula di una quota minima di questo tipo di contratti, questi tramite un bando di finanziamento (europeo, italiano, pubblico, privato) o la sovvenzione diretta da parte di un'Azienda o altro ente, possono facilmente vedersi approvare la richiesta di immissione in ruolo (una volta arrivata sul tavolo del Consiglio) perchè tanto è garantita la sussistenza economica dello stipendio, senza che ciò gravi a "nostro" carico.
Dovete sapere che in altro caso l'Università assumendo un ricercatore a tempo determinato deve altresì prendersi l'onero di individuare gli stanziamenti necessari alla copertura dello stipendio per 3 anni almeno.
Quindi 1 a 0 per il ricercatore "privato"! Ma fin qui nulla di nuovo...
Dopo i primi tre anni di incarico il Ricercatore di tipo A per diventare di tipo B (e quindi prolungare di altri 3 anni la sua carriera di ricercatore,  a fronte di un moderato aumento di stipendio) pone un'ulteriore richiesta che per "continuità" sarà presumibilmente accettata.
Al termine di questo percorso il nostro eroe verrà quasi automaticamente assunto come Professore Associato, secondo l'applicazione delle nuove regole inserite nel nostro fantastico apparato legislativo.
Nell'articolarsi di questi passaggi abbiamo anche assistito alla transizione da "stipendio pagato dall'esterno" a "stipendio pagato da noi".
Ma attenzione, su che base il nostro ricercatore è diventato professore? Per la sua indiscutibile dote. Dote scientifica o finanziaria?
Perchè un'azienda dovrebbe finanziare il compenso di un ricercatore, poniamo di Farmacia o di Medicina? Per poter usufruire gratis delle strutture scientifiche dell'Ateneo. E all'interno della sede universitaria il suddetto ricercatore seguirà gli affari dell'azienda che gli dà la paga. Per l'Azienda è un buon business: 1400 euro netti da corrispondere, attrezzature incluse, per un professionista che può evitare di assumere direttamente, e che può mollare praticamente in qualsiasi momento. Solo per l'Università non è un buon affare, perchè si ritrova qualcuno che gli costa un bel po' (naturalmente la spesa non si riduce al salario) e che si fa i cacchi propri, non solo, ma che arriverà a diventare Professore se non sarà in grado di farsi assumere con ben altro stipendio dall'Azienda che l'ha promosso.
Così selezionati i nostri (vostri) professori specialmente nelle materie scientifiche non saranno i migliori, ma probabilmente i peggiori professionalmente parlando.

Per ciò che concerne il personale contrattualizzato su fondi esterni non mi esprimo, senonchè mi ricorda molto il mito greco del cavallo di Troia...

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